Un caso di morte sospetto in Psichiatria
Il caso di Francesco Mastrogiovanni, maestro elementare, 58enne, anarchico, è emblematico rispetto alle morti misteriose nei reparti di psichiatria degli ospedali italiani.
Mastrogiovanni muore il 4 Agosto del 2009 in circostanze tutte da dimostrare, legato ad un letto del reparto psichiatrico dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, in Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO). Ogni aspetto dell’accaduto, a partire dalle motivazioni e dalle modalità di esecuzione dell’ordinanza di TSO, fino ad arrivare alle circostanze del decesso in psichiatria risultano oscure e inspiegabili e riconducono ad un passato di anarchico militante, incarcerato per concorso in rissa e poi assolto in appello. Mastrogiovanni, arrestato preventivamente per l’omicidio del fascista Carlo Falvella, non si era mai più ripreso psicologicamente dall’esperienza della carcerazione, che lo aveva profondamente segnato, tanto da farne una persona che, periodicamente, cadeva nel tunnel della depressione. Cosi, la vita di Francesco andava avanti fra una ritrovata normalità e qualche episodio maniacale che lo vedeva ricoverato in alcuni reparti psichiatrici. In ogni caso, Mastrogiovanni conduceva una vita tranquilla, era diventato maestro elementare ed era amato dai bambini e dalle famiglie.
La mattina del 31 Luglio Francesco si trovava in un villaggio turistico di Mezzatorre quando venne raggiunto da carabinieri, polizia municipale del Comune di Pollica, guardia costiera, infermieri e medico del 118 per il ricovero coatto. Uno spiegamento degno dell’arresto di un boss della camorra per dar seguito ad un ordinanza di TSO, competenza, per legge, solo dei vigili urbani. La fase coercitiva si realizza sulla spiaggia di Mezzatorre sulla base di una proposta di un primo medico e non dopo la convalida di un secondo (come disposto dagli art. 33 e 34 della Legge 833/1978), mentre le stesse misure coercitive a carico di Francesco (somministrazione reiterata di farmaci e accompagnamento coatto) vengono attuate in ragione di uno stato di necessità (di cui all’art. 54 del Codice Penale) inesistente, dal momento che, come riferito dai numerosi presenti al momento dell’accadimento dei fatti, Francesco non aveva praticato o tantomeno minacciato violenza o danni né alla sua persona né ad altri. La stessa richiesta di TSO verrà proposta e convalidata non dal Sindaco territorialmente competente, ma bensì dal Sindaco del Comune di Pollica. L’accusa a carico di Mastrogiovanni: disturbo della quiete pubblica. Fonti interne alle forze dell’ordine raccontano di un incidente in cui, guidando contromano, alcune sere prima del ricovero, avrebbe tamponato quattro autovetture parcheggiate, “ma nessun agente, né vigile, ha mai contestato qualche infrazione e nessuno ha sporto denuncia verso l’assicurazione” testimonia Vincenzo, il cognato di Francesco. Pare che Mastrogiovanni non sia stato condotto in commissariato, come ci si aspetterebbe in questi casi, ma all’ospedale, in quanto ritenuto personalità paranoide.
Una volta giunto presso il reparto psichiatrico dell’ospedale San Luca del Vallo, Francesco viene abbandonato al letto per quattro giorni, sedato e legato ( nonostante nella cartella clinica non vi sia alcuna menzione della contenzione fisica) fino alla morte, sopravvenuta, secondo l’autopsia, per edema polmonare. Durante tutto questo periodo di “ricovero”, ai familiari non fu consentita la visita a Francesco in quanto, poiché fortemente sedato, non si sarebbe accorto nemmeno della visita. Dall’esame autoptico del medico legale designato dai familiari si sono rilevate sul corpo di Francesco profonde ferite ai polsi e alle caviglie, nonché segni evidenti di colluttazione.
Sulla vicenda, la procura di Vallo della Lucania ha aperto un’inchiesta e iscritto nel registro degli indagati i sette medici del reparto campano che hanno avuto in cura Mastrogiovanni. L’ultima udienza si è tenuta il 25 Novembre presso il Tribunale del Vallo della Lucania, tuttavia il processo richiede ancora molte udienze per concludersi.
La famiglia di Mastrogiovanni ha costituito un Comitato affinché la sua memoria riceva giustizia. Sul web, inoltre, sono presenti numerosi blog come “Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni”, che portano avanti la causa delle vittime dei ricoverati nei reparti psichiatrici, come Giuseppe Casu, venditore ambulante morto nel 2006 nell’ospedale cagliaritano “Santissima Trinità” ed Edhmund Hiden, nigeriano di 34 anni morto nel 2007 nel reparto psichiatrico dell’ospedale maggiore di Bologna, dopo essersi presentato volontariamente per un trattamento sanitario. Molte persone, oltre ai familiari e ai conoscenti delle vittime, in conseguenza di questi fatti, sono portati a pensare che, talvolta, la psichiatria, piuttosto che curare le patologie della mente umana venga utilizzata ai fini del controllo sociale.
Eleonora Borgonovi