E’ un’associazione con sede a Milano, da 10 anni si impegna in Italia in ambito penitenziario nei processi di sostegno psicopedagogico alla genitorialità in carcere, con un’attenzione particolare ai figli colpiti dall’esperienza di detenzione di uno o entrambi i genitori.
La missione di Bambinisenzasbarre è promuovere il mantenimento della relazione figlio-genitore durante la detenzione e sensibilizzare la società civile affinché il diritto alla genitorialità venga garantito, culturalmente assimilato e reso parte del sistema valoriale.
Il carcere è il luogo in cui è maggiormente necessario tutelare questo diritto per contrastare le possibili conseguenze dovute all’interruzione dei legami affettivi, dannose anche per la comunità, che vede incrementare, come statisticamente provato:
– Casi di detenzione dei figli di genitori detenuti
– Fenomeni di abbandono scolastico
– Devianza giovanile
– Disoccupazione
– Illegalità
– Disagio sociale.
L’associazione promuove attività che si sviluppano, dentro e fuori dal carcere, come:
– Spazio giallo: luogo di accoglienza dei bambini in attesa del colloquio col genitore detenuto. Uno spazio dove si sentono “previsti” e “pensati”, dove possono utilizzare giochi ed essere seguiti da operatori professionali;
– Accompagnamento casa-carcere dei bambini al colloquio: previsto per difficoltà della famiglia o elemento programmato nel lavoro di sostegno psicopedagogico per consentire un colloquio solo con il figlio;
– Gruppi di parola: incontri con i padri e le madri detenute dove sono affrontati i temi che riguardano la relazione con i figli;
– “Atelier di mediazione”: per la confezione degli oggetti relazionali. Uno spazio e un tempo dove pensare ai propri figli mentre si confezionano oggetti di stoffa (oggetti messaggio) destinati a loro come strumento concreto di mantenimento del legame;
– Lavoro di rete: con gli operatori istituzionali e con gli operatori sociali degli enti locali e del privato sociale per una presa in carico integrata in un’ottica di mantenimento della relazione genitoriale;
– Eurochips, lavoro di rete europea (come membro del direttivo): partecipazione allo sviluppo e diffusione di buone pratiche attraverso la realizzazione di progetti europei, il lavoro di ricerca tematica e di advocacy presso la Commissione Europea, il Consiglio d’Europa e gli ambiti decisionali connessi;
– Relais Italia e Lombardia: rete di collegamento a livello nazionale e regionale, di progetti, interventi e servizi di formazione/sensibilizzazione e ricerca sul tema della genitorialità in carcere;
– Partecipazione al Gruppo di lavoro CRC (73 associazioni): per la Convenzione dei Diritti dell’Infanzia e adolescenza e il monitoraggio sulla sua applicazione.
Un intervento di sostegno e accompagnamento della relazione genitoriale durante l’esperienza della carcerazione si configura quindi come intervento di prevenzione sociale.
E’ un intervento che si rivela duplice in termini di prevenzione: aiuta a prevenire le difficoltà emozionali e relazionali del bambino e il loro effetto negativo sul suo sviluppo psicoaffettivo, e aiuta il genitore a conservare e continuare a svolgere il suo ruolo genitoriale.
Martina Rabaioli