Il voto di sfiducia a Berlusconi e la successiva fine della legislatura, ha risvegliato gli animi degli italiani, per modo di dire s’intende.
Abbiamo visto in televisione cortei manifestanti davanti alla residenza romana dell’ormai ex Presidente del Consiglio: la gente bruciava di gioia e di felicità per questa dimissione che nel corso del tempo era stata richiesta, smentita, attesa e infine annunciata.
Tale “felicità” non ha però nessun fondamento: era ed è tuttora necessario fare i conti con una caduta del sistema morale, culturale, finanziario lasciato dal “berlusconismo” e la soluzione migliore, come pioggia durante la siccità, è stata la nomina di Mario Monti.
Già rettore della Bocconi e Commissario Europeo dell’Antitrust, con modestia e senza troppo rumore ha accolto con serietà l’impegno affidatogli dal capo dello Stato.
Così, dopo le varie consultazioni, ha formato il suo governo tecnico così chiamato perché i ministri da lui nominati non sono personalità politiche. Troviamo anche in questo caso una forte componente femminile tra i ministri: Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno e prefetto, laureata in Scienze Politiche; Elsa Foriero, ministro dell’Welfare e delle Pari Opportunità, professore di Economia Politica presso l’Università di Torino e coordinatore scientifico del Cerp ed infine Paola Severino, avvocato penalista e professoressa di diritto penale.
Monti ha poi esposto a Palazzo Madama il suo programma e le ipotetiche manovre che intenderà effettuare per risollevare le sorti economiche della nostra nazione. Le parole chiave di questo governo sono: rigore, crescita ed equità.
Ha poi diviso tale programma in dieci punti chiave:
– la riforma del sistema pensionistico;
– reintroduzione dell’ICI sulla prima casa;
– attivo intervento sul mercato del lavoro con più spazio ai giovani e alle donne;
– riforma degli ammortizzatori sociali;
– lotta all’evasione fiscale e all’illegalità;
– riduzione dei tempi di giustizia civile;
– tagli ai costi della politica;
– riduzione graduale della pressione fiscale;
– aiuto alle donne;
– sostegno alla natalità.
Il neo presidente del consiglio è piaciuto subito, per la sua professionalità e la sua presenza pacata e decisa. Certo, la differenza con il suo predecessore è evidente, il nuovo presidente non è certo un uomo d’immagine; Mario Monti piace anche perché è una figura diversa di premier.
Egli ha annunciato agli italiani che per risollevare l’Italia sarà utile fare molti sacrifici; tutto ciò è racchiuso nella manovra “Salva Europa” varata in data 4 Dicembre.
Il popolo italiano si divide anche questa volta in due parti: alcuni pensano che il governo Monti possa risultare l’ennesimo fallimento per l’Italia, ma c’è chi ha totale fiducia nel nuovo premier e nei suoi ministri.
Fatto sta che per gli italiani sono attesi mesi difficili, sperando che i sacrifici che verranno a loro richiesti saranno utili a risollevare le sorti dell’Italia come paese e come stato membro dell’Unione Europea.
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