I Centri di ascolto ( da ora definiti con l’acronimo CdA) sono un segno visibile dell’impegno della Caritas , definiti come lo strumento prezioso per la cura del povero ,operano sul territorio della Diocesi dalla fine degli anni Ottanta ma fu con il Convegno diocesano “Farsi Prossimo” che si rese opportuno rafforzare l’ esperienza dei CdA ,in quanto realtà di servizio sempre più significativa.
Sono una realtà in continua evoluzione interpellata da profonde trasformazione sociali , culturali ed istituzionali .
Negli ultimi anni si sta assistendo a profondi mutamenti sociali (es. l’invecchiamento della popolazione ,l’ incremento dei processi migratori) e famigliari (es. l’ aumento di separazioni e divorzi) .
Accanto alle povertà tradizionali si affiancano ora le cosiddette “nuove povertà” , cresce la vulnerabilità sociale ,nessuno ne è immune , nessun ceto sociale viene risparmiato. Emarginazione ed esclusione sociale colpiscono ormai tutte le fasce d’età .
Focus su un CdA in particolare:
Il CdA di Cantù e Mariano Comense ,che opera dal 1988 sul territorio Decanale , composto da 25 Parrocchie comprese in 13 comuni, è un’associazione di volontariato senza scopo di lucro , iscritta nel registro Regionale del Volontariato. Gli obbiettivi del CdA sono diversi, innanzitutto si propone come spazio concreto di ascolto ed incontro con le persone in difficoltà , fa da filtro fra persona , volontari e istituzioni ; interessante il concetto di fare cultura, nei confronti sia della persona in difficoltà, l’ obbiettivo che ci si pone è quello di dar voce a chi non ce l’ha , portare la persona ad essere protagonista dei propri bisogni, e sia nei confronti dei volontari ,attivando singoli e gruppi a dare risposte ai diversi bisogni del territorio nel minor tempo possibile e in maniera adeguata .
Il CdA mira a dare risposte concrete ed adeguate ai bisogni , promuovendo una cultura di solidarietà per una maggiore conoscenza e presa di coscienza dei problemi.
Riguardo a questo ultimo obbiettivo è interessante sottolineare come il Cda sia stato il primo servizio a mettere a disposizione sul territorio canturino , un servizio rivolto agli stranieri , in un contesto dove ancora ci si occupava poco di loro .
L’Ufficio stranieri nasce nel 1991 per rispondere alle concrete esigenze degli immigrati che arrivati in Italia si rivolgevano all’ufficio con richieste di lavoro, casa. L’obbiettivo era conoscere , studiare , confrontarsi con questo nuovo fenomeno ,iniziato negli anni ’70 ma che negli ultimi anni è aumentato sempre più, era necessario stimolare la loro partecipazione alla società civile , promuovendo la loro formazione ,con ad esempio l’attivazione di corsi di italiano , e informazione, cercando per esempio di metterli in contatto con agenzia di lavoro, lo stesso Cda aveva al suo interno uno sportello badanti. Il Cda si pone come punto di riferimento per le diverse culture che sono sul territorio.
All’interno del CdA sono presenti diverse figure professionali e non, ovvero un’ assistente sociale ,due collaboratori , e diversi volontari…
L’assistente sociale svolge un ruolo misto all’interno del Centro, , è operatore e coordinatore al tempo stesso , ha un rapporto diretto con gli utenti , svolge compiti di ascolto , di valutazione del bisogno e definisce gli interventi come pure i coordinamenti, provvede al coordinamento dei volontari, al mantenere i rapporti con le istituzioni ,oltre a svolgere una funzione di filtro.
E’ il lavoro di d’equipe che permette al Cda di funzionare bene , il gruppo è composto da persone competenti, c’è condivisione degli obbiettivi , al proprio mandato , ai propri compiti , condivisione di una metodologia di lavoro , sono questi i presupposti per un effettivo lavoro d’equipe.
Importante poi il lavoro di rete , sia nei confronti della persona ascoltata che della realtà presente sul territorio , assumendo una funzione di filtro , di mediazione tra persone e risorse attuabili , per questo è importante una buona lettura del territorio e dei servizi presenti , sanitari, sociosanitari, educativi.
Principalmente il CdA opera in rete con, Parrocchie e Caritas parrocchiali, Comuni ,ASL, Centro servizi Volontariato Associazioni e Cooperative di solidarietà.
La stessa Caritas ha reso attivo, dal 2006 , un servizio di accoglienza, Casa Noemi, che si trova ad Arosio in provincia di Como , è un servizio immediato , di attenzione verso le persone con problemi alloggiativi. Vi sono accolte persone, famiglie italiane e straniere.
Il Centro è provvisto di uno schedario , nella quale sono contenuti le schede personali degli utenti in cui si riportano i dati anagrafici , le informazioni sulla situazione famigliare, il tipo di richiesta e la risposta data. Gli strumenti utilizzati sono il colloquio, il telefono, il fax , materiali vari, opuscoli , varia documentazione , mappatura delle risorse ,e l’ agenda dei colloqui .
Quanto alla tipologia degli utenti , per la maggior parte sono stranieri anche se negli ultimi tempi sono in aumentano anche gli italiani, stranieri che provengono per lo più dall’Est Europa, dal Nord Africa e dall’ America del Sud, ,molti son giovani, venuti in Italia da soli senza alcun punto di riferimento a cui il Centro cerca di offrire loro un aiuto , un orientamento.
Quanto alle richieste che giungono al CdA , le più gettonate rimandano al lavoro ,alla casa, un aiuto-sostegno economico per reddito insufficiente(es. aiuto pagamento bollette luce-gas) ,vestiario, alimenti… richieste molto concrete.
Il servizio offerto dal Cda è un’ importante risorsa per il territorio , le persone che vengono al Centro richiedono aiuti materiali, concreti, si viene a contatto con quello che purtroppo è la realtà , la quotidianità di molti, di chi ha perso il lavoro e non sa come arrivare alla fine del mese, di chi non ha né da mangiare e né da vestire…
E’ una storia di umili , che portano al Centro le loro disgrazie e che vengono ascoltati , ed è qua che avviene l’incontro tra l’ascoltato e chi ascolta . Non bisogna però confondere il Cda come luogo della grave emarginazione ,delle distribuzioni di viveri e del vestiario. Il CdA ha un sistema di norme , criteri condivisi ,comuni che regolano l’erogazione dei servizi.
Qui l’ascolto è posto come servizio , un ascolto empatico dove sia possibile trasmettere comprensione ,fiducia nell’altro , interesse rispetto alle proprie risorse , accettazione dell’altro, e disponibilità.
“Oggi le persone hanno più bisogno di ascolto che di parole…”
Introzzi, Meregalli