Il Circo della Farfalla “Più grande è la lotta più glorioso sarà il trionfo”

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Qualche tempo fa sentì parlare mia sorella e un amico di un video che avevano visto entrambi in università mi avvicinai per capire di cosa trattasse e mi spiegarono brevemente cosa fosse. Incuriosita dalla storia seguì il loro consiglio e lo guardai successivamente su YouTube.
Il cortometraggio si intitola “The Butterfly Circus” ma si può trovare facilmente anche come Il Circo della Farfalla in modo tale da poterlo vedere con i sottotitoli italiani per chi, come me, non mastica molto l’inglese.
Nel video viene raccontata la storia di una compagnia circense guidata da Mr Mendez che durante uno dei suoi spostamenti si imbatte in un altro circo e, sotto richiesta del piccolo Sammy, figlio di uno dei protagonisti, si fermano a visitarlo. Oltre alle abituali figure del circo come il clown e il burattinaio gli altri componenti vengono presentati con le seguenti parole: “Noi abbiamo il miglior spettacolo di mostri della città” e vengono mostrate: una donna barbuta, una obesa, un uomo completamente tatuato ma l’attrazione principale che il presentatore decanta con grande entusiasmo e altrettanto disprezzo è Will l’uomo senza arti. Questo ragazzo non ha né braccia né gambe e per tale motivo viene denigrato e schernito da chiunque a partire dai componenti del suo circo fino agli spettatori che gli lanciano dei pomodori come segno di disgusto e disapprovazione della sua figura.
Anche Will, non sentendosi accettato da chi lo circonda, si comporta in malo modo infatti quando Mr Mendez gli si avvicina per dirgli che era meraviglioso gli sputa in faccia perché pensava fosse uno dei tanti che voleva prendersi gioco di lui…ma quando scoprì che quell’uomo era il proprietario del Circo della Farfalla per lui cambiò tutto.
La compagnia di Mendez se ne va da quel circo dirigendosi verso la successiva tappa fino a che l’uomo più muscoloso e forte della compagnia si accorge che in uno dei furgoni si era nascosto proprio Will. Il ragazzo era andato con loro perché, stanco dei soprusi ricevuti, pensava che in quest’altra compagnia sarebbe stato accettato diversamente. Pensava di poter far parte dello spettacolo come faceva precedentemente cioè mostrandosi su una sedia aspettando di ricevere chissà quale reazione dal pubblico ma Mr Mendez gli fa capire che lui dirige uno spettacolo diverso, non incentrato sui difetti delle persone con lo scopo di farne un fenomeno da baraccone, ma bensì valorizzando le loro qualità facendole esibire in spettacoli entusiasmanti.
Nonostante ciò Mr Mendez accetta volentieri di far rimanere Will insieme a loro ma non accetta di farlo partecipare allo spettacolo perchè se accettasse ora rischierebbe di esibire Will e non di farlo esibire, quindi, finché Will continuerà a credere di essere uno scherzo della natura e non di essere un uomo con dignità e doveroso di rispetto come tutti gli altri non cambierà opinione a riguardo e lo terrà come un ospite osservatore.
Will si rende conto che in questo circo tutti vengono impiegati per quello che sono e per quello che sanno fare e non per altri motivi come accadeva invece nella sua precedente compagnia, cresce così in Will il desiderio di avere un posto, un ruolo all’interno del circo.
La svolta avviene quando rischia di annegare in un ruscello dopo esserci caduto. Non serve dire quanto sia difficile riuscire a tornare a galla senza poter utilizzare né gambe né braccia ma Will con la sua grande forza ci riesce. Le reazioni dei ragazzi del circo, dopo la spavento, sono di grande sorpresa e felicità perché hanno potuto constatare la stoffa di Will, e, lo stesso Will è estremamente soddisfatto di se stesso una volta che si è reso conto di quello che era riuscito a fare. Da quel momento, intuita la capacità dello sventurato Will, Mr Mendez lo fa allenare con un trampolino molto alto dal quale doveva tuffarsi cadendo all’interno di una piccola piscina e cercando di arrivare in superficie da solo.
La storia di Will da qui in avanti non può che migliorare; inizia ad avere successo nel circo tramite la sua esibizione ma la conquista più grande la riceve lui stesso poiché inizia a credere alle sue capacità che, certamente sono diverse da quelle altrui, ma che anche lui possiede e finalmente ora ne è cosciente.
Questo cortometraggio mi è sembrato particolarmente indicato per noi, futuri assistenti sociali, che dovremo riuscire ad avere quell’atteggiamento che ha avuto Mr Mendez con Will cioè di valorizzare ogni utente per la persona che è e per le sue caratteristiche, aiutandolo a tirar fuori quelle potenzialità che qualunque utente possiede ma che, soprattutto in momenti di difficoltà crede di non avere, aiutandolo in quest’importante percorso di cambiamento.

Veronica Sammarco

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