Essere genitori non è facile, non esiste una scuola che te lo insegni.
Ogni giorno si impara il mestiere, mentre si vive, mentre si insegna a vivere ai propri figli…e si sbaglia anche.
E’ difficile adempiere a questo compito, è difficile esser duri mentre il cuore si intenerisce, è difficile poter educare un figlio in modo perfetto perché un metodo impeccabile ed esemplare non c’è. E’ difficile ma è tanto facile se ci si lascia guidare dall’amore: solo così le immense fatiche saranno ricompensate!
Quando si parla di famiglia si pensa all’amore, all’unità, alla complicità, a sorrisi, alla confidenza, alla felicità, dolcezza e bontà. Famiglie che possono essere numerose o meno, create da genitori sposati, conviventi o fidanzati. Famiglie con figli, maschi o femmine, grandi o piccoli nati da genitori naturali o educati, amati e cresciuti da genitori adottivi.
Mi chiamo Gloria e sono una ragazza di ventun’ anni che frequenta l’Università Bicocca di Milano.
Sono iscritta alla facoltà di Servizio Sociale ed attualmente mi trovo al terzo anno del percorso universitario.
Il tempo libero lo passo facendo la baby-sitter a tre bambine, di cui una adottata ed inoltre, durante la mia esperienza di Tirocinio (svolta il secondo anno) mi sono occupata di adozioni nazionali presso il Tribunale per i Minorenni di Milano.
Da queste mie esperienze in ambito di adozione, sono rimasta molto colpita dalle caratteristiche, dalle attitudini, dalla forza e dalle emozioni che mi hanno trasmesso i genitori adottivi con cui mi sono relazionata.
Essere genitori naturali significa avere figli con i quali si condividono tratti fisici e caratteriali, figli desiderati a lungo o figli arrivati senza aspettarselo, figli nati dall’amore e spesso dai sacrifici di due persone o figli nati “per sbaglio” da genitori tra cui l’amore viene meno.
I genitori adottivi invece, sono coniugi che coltivano a lungo il desiderio di diventare madre e padre, genitori la cui attesa non dura pochi mesi ma spesso lunghi e quasi infiniti anni, anni di preparazione per poter essere valutati genitori idonei e per poter diventare mamma e papà di chi una mamma ed un papà per svariati motivi non li ha. Essere genitori adottivi significa dare una famiglia a chi non ha la fortuna di averne.
Essere genitori è compito dettato dall’amore, ricco di domande a cui solo tale sentimento può dare risposte; compito difficile, come detto poco fa, e gli ostacoli aumentano per i genitori non di sangue.
Questi ultimi, prima di poter creare una propria famiglia con figli adottivi, devono superare lunghi periodi di attesa in cui coltivano il desiderio, sognano e si preparano a quel fatidico giorno che in alcuni casi purtroppo fino ad allora non è mai arrivato. Durante le mie esperienze mi sono sempre relazionata con coniugi sterili in attesa del primo figlio e di adozione in ambito nazionale, non internazionale. In tutti i casi da me osservati ciò che viene premiato nella valutazione della coppia è l’amore, la complicità e la spontaneità.
Mi sono sempre chiesta come mai troppe famiglie desiderano adottare dei figli e spesso attendono anni e anni per poi non riuscire a realizzare il bisogno di creare e dare una famiglia.
Dall’altra parte, inoltre, ci sono troppi bambini che attendono famiglia per lungo tempo.
Con queste mie esperienze sono riuscita, in parte, a dare una risposta a queste mie domande.
Durante il Tirocinio mi sono occupata specificatamente di bambini in stato di adozione con storie sofferenti, complicate e contorte, con, alle spalle, genitori naturali con problemi gravi e non risolti nel tempo, nonostante gli aiuti dei Servizi. Bambini riconosciuti alla nascita, non orfani e con genitori naturali problematici; fanciulli che vivono da anni in Comunità per minori. L’adottabilità di questi bambini, con queste caratteristiche famigliari alle spalle, avviene solo dopo lunghi periodi burocratici, dopo svariati tentativi di recupero della famiglia. L’Assistente Sociale ‘non toglie’ i bambini alle famiglie naturali anzi, in questo caso, se i tempi di adottabilità di tali bambini, in ambito nazionale, sono cosi lunghi è proprio perché si tenta in ogni modo il recupero da parte della famiglia d’origine. Spesso, però, da parte di questa vi è l’abbandono, il rifiuto del progetto di aiuto e dello stesso figlio, l’irreperibilità e la non risposta ai frequenti richiami d’obbligo da parte del tribunale ed infine definizione dello stato di adottabilità di un bambino.
D’altra parte, invece, ho notato come molto più veloci siano i tempi di adottabilità di un bambino non riconosciuto alla nascita, verso cui non subentra il rischio giuridico (adottato entro circa 30 giorni dalla nascita).
Un genitore adottivo dopo l’immensa attesa può riuscire a realizzare il grande sogno.
Ho visto genitori piangere dalla gioia, ho visto l’amore negli occhi e negli sguardi di chi per lungo tempo ha creduto in questo cammino, ho visto camerette e giochi che da tempo attendevano bambini, vestitini di svariate misure, azzurri e rosa che attendevano l’arrivo di qualche d’uno… un bambino di cui sconosciuto è il sesso ma ancor di più l’età, bambini con storie molto probabilmente travagliate, o bambini non riconosciuti alla nascita con cui condividere tutto dai primi giorni di vita.
In ogni caso è bene essere pronti a questa nuova avventura, essere pronti a non nascondere nulla, ad essere chiari, a non confondersi, a dare disponibilità, cura e sicurezza ad un bambino che forse nel tempo l’ha persa, a trovare le parole più giuste e adatte per raccontare una storia, la loro storia.
Tante domande e infinite risposte…ma quando questi interrogativi arrivano da bambini adottati bisogna avere risposte chiare, sicure, che mettono ben alla luce la realtà dei fatti, risposte soddisfacenti che diano sicurezza e forza e non creino ulteriori vuoti.
Bisogna essere in grado di affrontare ogni fase critica legata all’età del bambino, ogni difficoltà legata alla storia del nuovo arrivato ed inoltre bisogna imparare a conoscere e riconoscere le sue caratteristiche fisiche e caratteriali nei quali un genitore adottivo può non ritrovarsi, che può non capire e spesso può avere difficoltà ad accettare.
Essere genitori adottivi non è da tutti, è un compito difficile, un cammino lungo e pieno di ostacoli che prima di poter affrontare bisogna accattare dentro di sé.
Un genitore adottivo è molto di più di un ‘genitore di pancia’, il genitore adottivo è il ‘GENITORE DEL CUORE’ colui che, nonostante le evidenti diversità che lo dividono dal figlio, nonostante la fatica, gli sconforti, le continue messe alla prova, la paura di non farcela, il timore di non saper dare risposte a tante domande, nonostante l’angoscia di dare ulteriore sofferenza a chi forse ne ha avuta troppa, nonostante la paura di non capire chi è totalmente diverso perché nato ‘dalla pancia’ di altri; ci mette l’intero cuore per amare e dare il meglio ad un bambino che dal suo ‘cuore’ è nato.
Gloria Caspani