Cochabamba. Centro Bolivia.
Da veri italiani dopo pochi giorni di permanenza abbiamo gia trovato un ristorante dove si serve la “migliore pizza della città ”.
Il locale è gestito da due signori italiani che nel 1998 hanno deciso di lasciare tutto e trasferirse in Bolivia per riuscire ad adottare un bambino.
Scopriamo tutto ciò dopo aver risposto alla loro domanda : “Cosa fate nella vita?”
Sentendo che siamo “quasi” assistenti sociali i due fanno quel classico sospiro che sta solitamente per : “ Ahh.. Siete assistenti sociali, quante me ne avete fatte!
(o “ne fate” nel caso non ci siano state esperienza dirette)
Ci raccontano dei tanti problemi che hanno avuto con gli assistenti sociali i quali in Italia si erano opposti alla loro domanda di adozione. Non entrano nei dettagli ma è abbastanza evidente la loro frustrazione.
Ora nella loro nuova vita a Cochabamba sono diventati un punto di riferimento per tutte le coppie di italiani che si recano all’istituto di cura cittadino per incontrare dei bambini che torneranno con loro in Italia “sotto una veste nuova”: quella di loro figli.
Piu volte ci siamo recati nella pizzería “Sole Mio”. Spesso abbiamo potuto osservare tavolate composte da un bambino boliviano, una suora boliviana e una coppia italiana.
Abbiamo notato come spesso i bambini sembrassero impauriti e i genitori fossero premurosi nei loro confronti.
Una volta un bambino chiese al papa’: “ Com’è l’Italia?”
Non ricordo la risposta del padre ma credo che la domanda riassuma lo stato d’animo di un bambino che lascia tutto quello che ha conosciuto fino a quel momento per andare dall’altra parte del mondo con due persone “nuove” che da poco ha imparato a chiamare “mamma e papà”
Guardando quel bambino e quella coppia di neo-genitori penso di aver imparato piu sull’adozione internazionale che se avessi letto due libroni scritti da esperti del sociale. Era evidente la voglia di offrire amore della coppia ma anche la paura del piccolo.
Amore e Paura, due elementi fondamentali all’interno dell’adozione internazionale.
Luigi Grigis