Il gioco delle regole nasce all’interno di un percorso di prevenzione alla devianza realizzato negli anni 2003-2005 dal gruppo De.vi.l.s. all’interno dell’IPSSCTS L. Milani, e si propone come uno strumento specifico per avviare un proficuo scambio formativo tra i partecipanti.
Il gioco di ruolo è una delle numerose metodologie attive che punta verso l’apprendimento attraverso l’esperienza in un setting protetto. Trova la sua originalità ed efficacia nell’istituzione di uno spazio all’interno del quale, chi è chiamato a essere formato, ha la possibilità di impersonare un ruolo completamente sganciato dalla sua esperienza quotidiana e quindi svincolato dalle tipizzazioni internazionali (schemi di comportamento) ormai acquisite e rassicuranti.
Il progetto De.vi.l.s. – detenuti vicino alle scuole – nasce dai detenuti ristretti nella sezione Staccata della II Casa di reclusione di Milano-Bollate durante i primi mesi del settembre 2003.
Discussioni ampie come il senso della pena, le costrizioni della detenzione, il ruolo della struttura carceraria, il reinserimento per i detenuti, l’indagine dei percorsi di vita e della cultura di appartenenza, l’individuazione della scelta consapevole nell’atto deviante, hanno aperto interrogativi e riflessioni consentendo ai detenuti di percepirsi come soggetti attivi carichi di esperienza da poter condividere. L’esperienza deviante e l’esperienza carceraria, qualora condivise e aperte alla conoscenza altrui, possono essere reinserite nella società, non più come errori che necessitano di un giudizio, ma come esperienze significative nella prevenzione alle scelte devianti e non solo.
Il confrontarsi con il carcere e i suoi ospiti, riporta la società civile a doversi occupare dei propri dettati costituzionali e a riappropriarsi della propria cittadinanza attiva e responsabile, a dover riflettere sui sensi e i significati della pena e porta i detenuti a doversi confrontare con i pregiudizi e preconcetti a loro rivolti.
Il raccontare cos’è il carcere ha voluto che il progetto avesse al suo interno la presenza anche degli agenti di polizia penitenziaria e degli operatori che lavorano nelle carceri affinché tutte o quasi le parti in gioco potessero raccontare questo sistema da più punti di vista.
La scelta dei giovani come possibili referenti di un confronto è risultata ovvia, individuando nelle fasce giovani i soggetti più a rischio di devianza e il nucleo futuro della propria società. Conoscendo molto bene la realtà dei quartieri dove la criminalità è perpetua nel tempo si pensa di poter essere in grado di fornire agli adolescenti un valido spunto di riflessione su ciò che le scelte di tipo criminoso possono togliere o “donare”, avendo la conoscenza diretta di quel sistema a porte girevoli che è il carcere e delle sue contraddizioni, i collaboratori del progetto De.vi.l.s ritengono di poterli aiutare a riflettere su un’esperienza che nella vita è meglio non fare, trovando nel confronto un arricchimento e una crescita personale.
Rabaioli Martina
Grazie Martina per aver condiviso questa esperienza molto interessante. Sarebbe bello un approfondimento sul metodo che utilizzano. Elena Giudice
Grazie a te Elena!! Se ti interessa posso mandarti il materiale da cui ho tratto l’articolo..spiegano approfonditamente tutto il progetto!!
Martina
Ciao Martina,
io invece avrei bisogno del materiale perchè sto approfondendo proprio questo argomento, il gioco di ruolo in carcere.
E’ possibile avere un dialogo “virtuale”?
Grazie
ciao Martina,
ho intenzione di avviare un progetto nelle carceri con l’ausilio di giochi di ruolo.
hai del materiale da offrirmi a riguardo?
grazie mille
Luca
Certo Luca, magari contattami in posta privata.
Martina