Lo ammetto: finora non avevo mai fatto attività di volontariato. Un po’ per il timore di fare la scelta sbagliata, un po’ perché fare volontariato significa dare una disponibilità continua e tra casa, famiglia e studio non avrei potuto garantirla.
Poi ho curiosato sul sito http://www.volontarioperungiorno.it e tra le varie associazioni che davano (e danno) l’opportunità di rendersi utili solo per un giorno, ma che potrebbe essere il punto di partenza per qualcosa di più costante e duraturo, ho scelto l’Associazione NOCETUM di Milano, via San Dionigi 77.
E’ stata proprio una bella esperienza, così bella che l’ho già ripetuta e continuerò a farla.
L’Associazione NOCETUM Onlus è stata fondata da suor Ancilla Beretta e Gloria Mari nel 1998 e si occupa di accogliere donne con figli o nuclei famigliari in difficoltà che necessitano di un alloggio temporaneo per un periodo che varia da 3 a 12 mesi . A disposizione infatti, ci sono piccoli appartamenti e l’accesso avviene attraverso i Servizi sociali. Offre spazi, all’aperto e non, per lo svolgimento di feste, matrimoni, convegni ecc… e gestisce la distribuzione di pacchi viveri.
Vi racconto la mia prima giornata di volontariato.
Ogni primo e terzo giovedì del mese l’associazione distribuisce un pacco viveri per ogni persona che si presenta con un documento d’identità valido. Non deve necessariamente essere residente a Milano, quindi chiunque abbia bisogno può presentarsi nei giorni e negli orari stabiliti (15-17.30) e ritirare il pacco. Dopo la prima volta che si accede a questo aiuto, è necessario consegnare una propria fototessera che permetterà agli operatori di inserire l’anagrafica in un database interno e stampare una tessera da presentare le volte successive. Solo presentandosi personalmente si può ritirare il pacco. L’organizzazione della giornata è iniziata con la preparazione dei pacchi. La tipologia di cibo inserita cambia a seconda delle disponibilità. I prodotti provengono dalla Fondazione Banco Alimentare, dall’Unione Europea o direttamente dai supermercati . Ogni pacco conteneva: una scatola di cereali o biscotti, riso, due tipi di pasta, carne in scatola, creckers, barrette energetiche, una scatola di legumi, una scatola di pelati, un sacchetto di insalata. Una volta terminata la fase di preparazione, abbiamo allestito la sala dove avviene la distribuzione e siamo rimasti in attesa di accogliere le persone bisognose, che allo scattare dell’ora erano già alla porta. La maggior parte era di origine araba e rumena, pochissimi gli italiani. Ho scoperto che gli arabi prediligono la rucola e imparato che non accettano la carne in scatola, nonostante non sia di maiale, perché è stata trattata prima di metterla sul mercato; i rumeni invece associano il basilico alla morte e non lo utilizzano nella preparazione dei cibi, voi lo sapevate? Tutti entravano e uscivano con un’espessione di gratitudine sulle labbra o negli occhi. Abbiamo distribuito 55 pacchi viveri. Non ero sola in questa prima esperienza: all’iniziativa hanno aderito anche un ragazzo di Pavia, una ragazza di Milano est e un gruppo di cinque ragazzini del secondo anno di un istituto alberghiero sito poco lontano dall’associazione. Mi ha colpito molto la disponibilità di questi ultimi ad attivarsi per questa iniziativa e la naturalezza con cui eseguivano le disposizioni che venivano impartite e la gentilezza con cui si rivolgevano ai bisognosi. Avevano proprio voglia di fare. Al termine della giornata avevo addosso una sensazione positiva, mi sono sentita utile, parte di un gruppo. Ed è questo che mi ha fatto decidere che non sarebbe stata un’esperienza di volontariato isolata. Spero in futuro di poter essere più attiva in quest’associazione che mi ha ricordato che, oltre che con qualcosa di materiale come il cibo, si aiuta a far stare meglio le persone anche solo con un sorriso accogliente.
Roberta Fina