Nel pensare a cosa scegliere come tema di questo articolo mi sono soffermata a pensare a quali possano essere gli aspetti più rilevanti e più importanti che caratterizzano il lavoro sociale e aiutano l’operatore sociale a svolgere al meglio il suo mandato professionale.
Nel mio Tirocinio ho avuto la fortuna di avere come guida un’assistente sociale molto in gamba e capace, in grado di combinare intuizione, competenze, capacità e professionalità in modo davvero molto armonioso; ma ciò che più mi aveva colpito era stato il grande lavoro di Supervisione professionale. Ho avuto modo di partecipare a diversi incontri e devo dire che ne ero rimasta davvero affascinata e incantata: la psicoterapeuta che si occupava di fare Supervisione aveva un modo di spiegare le cose e di portare a ragionare l’équipe sulle diverse situazioni che lasciava chi l’ascoltava a bocca aperta. Era in grado di trovare una soluzione logica a tutto, anche se apparentemente sembrava che di soluzioni non ve ne fossero.
Vediamo ora più nel dettaglio che cos’è la supervisione e perché è importante.
Possiamo definirla come un supporto agli operatori sociali, un ambito in cui avviene una rielaborazione dei loro saperi e delle loro competenze e consiste in un processo di apprendimento, riflessione e valutazione che nasce e si sviluppa tra un professionista esperto e gli operatori, nel corso del loro agire professionale.
Infatti, è proprio attraverso la riflessione delle proprie azioni e delle modalità con cui vengono affrontati gli interventi e costruite le relazioni con utenti, colleghi e altri servizi, che si ha l’opportunità di riflettere sull’efficacia del proprio agire professionale, sugli strumenti e sulle scelte metodologiche utilizzate, promuovendo il consolidamento delle culture professionali degli operatori; solo così si può anche monitorare e migliorare la qualità delle prestazioni erogate.
La Supervisione non è controllo sui collaboratori e sul loro stato di salute e non è nemmeno psicoterapia di gruppo, bensì un processo di coscientizzazione costruttiva dei problemi presenti sia in ambito relazionale con l’utente che con l’organizzazione presso cui si è inseriti.
Altro aspetto importante di cui si occupa la Supervisione è quello di aiutare a far emergere le proprie emozioni e fantasie che si sviluppano nella relazione con l’altro, i propri sentimenti di onnipotenza, di impotenza e di colpa che la relazione con l’utente attiva; aiuta poi a distinguere se stessi dall’altro, a sviluppare capacità di empatia e favorisce l’apertura ad una molteplicità di punti di vista, fondamentali per risolvere al meglio le situazioni e attuare gli interventi più adeguati.
Scopo della Supervisione è anche quello di facilitare la consapevolezza dei propri limiti e capire al meglio le risorse dell’utente e come intervenire su queste. È importante individuare quegli ostacoli e quelle barriere relazionali che impediscono la realizzazione di progetti e interventi, al fine di favorire l’apprendimento di nuove modalità di risoluzione.
Essa aiuta a guardare la realtà con occhi diversi ed è una guida per trovare la giusta distanza emotiva in situazioni di complessità.
Con la Supervisione, ogni operatore è portato a fare un bilancio del proprio percorso professionale, ad esplicitare i problemi da affrontare e a cercare di comprendere, insieme agli altri colleghi e al Supervisore, fino a che punto questi problemi dipendano da se stessi o dall’organizzazione; solo assumendo una consapevolezza tale, le difficoltà potranno essere fronteggiate.
Purtroppo, e sottolineo purtroppo, questo lavoro di Supervisione professionale non è presente in tutti gli Enti in cui lavorano operatori sociali o, se presente, davvero in misura molto scarsa. Questo è dovuto soprattutto a causa della ridotta disponibilità delle risorse economiche.
Insisto però sull’importanza di questo lavoro e sul fatto che, in qualche misura, debba comunque essere presente in tutti quegli ambiti che assumono operatori sociali.
Invito pertanto a riflettere sulla necessità degli Enti, di dotarsi di questo strumento fondamentale e importantissimo, per la crescita e lo sviluppo professionale. La Supervisione aiuta ad assumere e a raggiungere un certo grado di autonomia, al fine di mantenere sia un adeguato livello motivazionale (fondamentale) che di prevenire fenomeni di burn-out.
Fare Supervisione è importante: la motivazione al lavoro d’aiuto richiede una continua manutenzione; aiutare non solo gratifica, ma stanca e affatica e, quando non si riescono a trovare le soluzioni idonee, ci si sente impotenti e si prova un senso di incapacità e di frustrazione.
Il lavoro d’aiuto non è solamente “fare” ed erogare prestazioni, ma anche esserci, con le proprie competenze e le proprie capacità professionali, vivere il nostro lavoro a pieno, sperimentandosi ogni giorno e lavorando con creatività alla realizzazione degli interventi. È questo che dà valore all’esperienza.
Ecco perché è importante effettuare un processo di riflessione costante che consenta di effettuare al meglio gli interventi.
Tutti gli operatori sociali dovrebbero intraprendere un percorso di crescita e di orientamento che aiuti a fornire il più possibile un sostegno motivazionale e un accompagnamento, che permetta di sviluppare un’identità professionale e accrescere le proprie competenze.
Federica Tripputi